venerdì 11 settembre 2015

Le mie recensioni #13 "La pietà dell'acqua" di Antonio Fusco

Buon venerdì lettori, ecco qui la recensione di una delle letture di agosto, un autore italiano che mi ha colpito molto, al suo secondo lavoro, Antonio Fusco, criminologo forense napoletano che vive in Toscana, dove ambienta le sue storie e dove lavora per la polizia giudiziaria.
Tanti consensi con il  primo libro, "Ogni giorno al suo male",  non si smentisce con il secondo, "La pietà dell'acqua", qui l'incipit, il noir di cui voglio parlarvi oggi.
 
Titolo: La pietà dell'acqua
Autore: Antonio Fusco
Genere: Noir
Casa editrice: Giunti
Data di pubblicazione: giugno 2015
Pagine: 224
Prezzo: 12.90 €
Sinossi: È un ferragosto rovente e sulle colline toscane ai confini di Valdenza viene trovato il corpo di un uomo, ucciso con una revolverata alla nuca, sotto quello che in paese tutti chiamano “il castagno dell’impiccato”. Non un omicidio qualunque, ma una vera e propria esecuzione, come risulta subito evidente all’occhio esperto del commissario Casabona, costretto a rientrare in tutta fretta dalle ferie, dopo un’accesa discussione con la moglie. Casabona non fa in tempo a dare inizio alle indagini, però, che il caso gli viene sottratto dalla direzione antimafia. Strano, molto strano. Come l’atmosfera di quei luoghi: dopo lo svuotamento della diga costruita nel dopoguerra, dalle acque del lago è riemerso il vecchio borgo fantasma di Torre Ghibellina, con le sue casupole di pietra, l’antico campanile e il piccolo cimitero. E fra le centinaia di turisti accorsi per l’evento, Casabona si imbatte in Monique, un’affascinante e indomita giornalista francese. O almeno, questo è ciò che dice di essere. Perché in realtà la donna sta indagando su un misterioso dossier che denuncia una strage nazista avvenuta proprio nel paesino sommerso.
Un dossier scottante, passato di mano in mano come una sentenza di morte, portandosi dietro un’inspiegabile catena di omicidi. E tra una fuga a Parigi e un precipitoso rientro sui colli, Casabona sarà chiamato a scoprire che cosa nascondono da decenni le acque torbide del lago di Bali. Qual è il prezzo della verità? E può la giustizia aiutare a dimenticare?
Il pensiero di Cuore
Se prendi un' ambientazione suggestiva, ci collochi un commissario alle prese con un' indagine misteriosa, dei personaggi singolari dal passato ambiguo, perfettamente inseriti nella trama tanto da sembrare veri e scrivi tutto tra le pagine di un libro, cosa ottieni? Un poliziesco affascinante e realistico, un noir con i fiocchi, scritto divinamente bene, intimo, scorrevole, coinvolgente e intrigante, tutto questo è:  "La pietà dell'acqua".
L'intera vicenda ruota attorno a morti sospette e ad  un misterioso dossier, il Case 178, che denuncia lo sterminio di una famiglia da parte dei nazisti avvenuta a Torre Ghibellina, sommersa nel 1944 dalle acque del lago di Bali, che solo ogni dieci anni viene svuotato per la manutenzione della diga, riportando alla luce il piccolo borgo e le sue vittime.
L'intuitivo commissario Tommaso Casabona non si lascia convincere dalla cattiva nomina della vittima Quirino Spagnesi, personaggio odiato da tutti in paese, la sua esperienza gli dice che dietro questo omicidio si cela una verità nascosta da sempre, che non ha trovato ancora giustizia.
Torre alta, piccolo borgo al confine della provincia di Valdenza, è un luogo immaginario, ma così ben definito da risultare vero agli occhi del lettore e che con il suo caldo afoso ospita l'intreccio tessuto da Fusco, in cui passato e presente si accavallano chiaramente, senza fronzoli né dettagli inutili,  tutto risulta essenziale nella narrazione, che scorre aumentando l'interesse nel lettore pagina dopo pagina, alternando arcane situazioni a momenti di grande emotività, dai semplici rapporti interpersonali, al ricordo doloroso della guerra e del nazismo.
Che dire, quest'autore mi ha sorpresa e ho adorato questo libro e ammetto che non mi dispiacerebbe affatto seguire le indagini del commissario Casabona in televisione.
Ho già ordinato in libreria il suo primo lavoro, non vedo l'ora di tornare tra le viuzze immaginarie dei borghi toscani.
 
                                    Batticuore
 
Appunti nel cuore: "La menzogna è rassicurante e con il tempo si fa dimenticare. La verità, invece, è rivoluzionaria. Se ci si abitua non basta mai. La cerchi dappertutto, senza chiederti quanto forte sarà la collera di chi l'ha nascosta dove tu l'hai scovata. L'amore per la verità ti fa diventare ladro delle debolezze altrui. Ti insegna a vedere al di là di ciò che è opportuno. Non si dovrebbe mai abusare della verità. Anche di troppa verità si può morire".
Dillo con un fiore:
Per rappresentare questo libro ho scelto l'iris, simbolo della giustizia, elogio al trionfo della verità, elementi che spesso non coincidono.
L'impunità regna sovrana, le stragi naziste tutt'ora restano sepolte da decenni di omertà, anime che non trovano la pace.
Antonio Fusco ha reso perfettamente l'idea e scrivendone, un pizzico di giustizia è stata fatta.


Una lettura adatta a tutti,  perfetta per questo periodo dell'anno, in cui un po' di "giallo"  non può che starci bene, del resto i delitti misteriosi raccontati rendono più avvincente il rientro a casa dopo una lunga giornata di lavoro! 




 


4 commenti:

  1. Ho letto anch'io questo bellissimo e originale romanzo. Spero di leggere altri lavori del bravissimo Antonio Fusco. Complimenti per l'ottima recensione :)

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    1. Grazieee!!! Ho conosciuto Fusco proprio grazie alla tua bellissima recensione. Presto leggerò il primo lavoro di questo autore.

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  2. bellissima recensione! ne avevo preso già nota dopo aver letto l'opinione di aquila, adesso non mi resta che procurarmi entrambi i titoli!! :)

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