mercoledì 27 aprile 2016

Recensione #51 "Tutte le donne di" Caterina Bonvicini *Garzanti*

Titolo: Tutte le donne di
Autore: Caterina Bonvicini
Editore: Garzanti
Data di pubblicazione: 28 gennaio 2016
Pagine: 208
Prezzo: 16€





Sinossi: È la vigilia di Natale. Intorno alla tavola ci sono sette donne. Tutte le donne della vita di Vittorio, e lo stanno aspettando. Ma lui non arriva. Manda solo un enigmatico messaggio. Poche parole che rendono ancora più perturbante la sua assenza. Perché per ognuna di loro, in modo diverso, lui è il centro di un mondo: c’è la madre e c’è la sorella, ci sono la moglie, l’ex moglie e l’amante, la figlia adulta e la figlia adolescente. Il vuoto che lascia un uomo può diventare molto affollato. Ritrovare se stesse è allora necessario, vitale, indispensabile. Bisogna farlo insieme, avere il coraggio di appoggiarsi l’una all’altra. Bisogna accettare che un amore che si voleva assoluto è invece frammentario e condiviso. Condiviso proprio con quelle donne per cui si prova astio e rancore. Eppure anche da questi sentimenti può nascere un’inattesa complicità, una solidarietà finora sconosciuta. Forse solo così la lontananza di Vittorio può diventare un’occasione per guardare le cose in modo nuovo. In questa commedia ironica e spietata, costruita come un giallo, anche la persona a noi più vicina può svelare all’improvviso un lato che agli altri sfugge. Caterina Bonvicini torna con un romanzo che è un piccolo capolavoro di stile. Un affresco in cui ogni particolare vive di luci e di ombre. Una storia appassionante in cui l’assenza di un uomo dà finalmente voce alle donne della sua vita. Tutte le donne di è un libro sull’amore, sulla famiglia, sulle sovrastrutture che la società impone. Perché sentirsi liberi di essere se stessi è una lunga conquista, che può arrivare quando meno te l’aspetti.
Buona sera lettori e bentrovati nel mio angolino virtuale, stasera vi dico la mia riguardo al romanzo di Caterina Bonvicini, Tutte le donne di, cogliendo l'occasione per ringraziare la casa editrice Garzanti per avermi omaggiata di una copia digitale del romanzo in cambio di una recensione onesta.
Sarò forse una voce fuori dal coro, ma questo romanzo per il quale avevo altissime aspettative mi ha delusa.
A dire il vero non so nemmeno da dove cominciare, sento addosso quella fastidiosa sensazione che si prova quando una lettura non lascia niente, il vuoto, e non è bello, ma andiamo per gradi.
Vittorio decide di prendersi un anno sabbatico, e lo fa la sera della Vigilia di Natale liquidando gli ospiti che lo attendono alla sua tavola con un messaggino.
Certo se fosse stato mio marito a farmi un affronto simile, l'avrei cercato, scovato e strozzato! 
"Te lo do io l'anno sabbatico, ti cambio la serratura e me ne infischio del fatto che tu sia un fabbro!"
Ma Vittorio non è un fabbro, è uno scrittore e ha le sue buone ragioni per defilarsi, ne ha ben 7.
Idea contorta: coinvolgere in una "cena pre-natalizia dell'orrore" tutte le donne che hanno un ruolo decisivo nella vita di Vittorio, e che vogliono a tutti i costi metterci il becco.
Il tavolo dei sette peccati capitali (Link)
Cristina, l'Ira: attuale moglie, capricciosa, possessiva, manesca, con il brutto vizio di voler controllare l'esistenza altrui.
Giulia, l'Invidia: la figlia sedicenne di Cristina e Vittorio, virtuale fino al midollo, un pò troietta ma solo per apparire, sboccata e in piena crisi adolescenziale e conflittuale con la madre.
Ada, la Superbia: l'ex moglie bellissima, sicura di sè, una giornalista e scrittrice affermata, amica e consigliera di Vittorio. Senza la sua approvazione, lui non fa nulla.
Paoletta, la Gola: la figlia trentenne in sovrappeso nata dal primo matrimonio con Ada, tassista contro la volontà dei genitori nonostante la laurea, omosessuale, scarsa autostima e considerazione quasi zero da parte di Ada e Vittorio.
Francesca, l'Accidia: la sorella, insegnante di psicologia definita insopportabile come un "limone nel culo", maniaca di tutto, dal cibo, all'ordine, alla pulizia, tirchia come pochi, vedova, sola e depressa. (Insopportabile!!!)
Lucrezia, l'Avarizia: la mamma vecchissima e fichissima di Vittorio, eccentrica, mille attività creative nonostante i suoi ottantanove anni, lussuosa, viaggiatrice, fumatrice e amante del vino, che trasgredisce di nascosto dalla nuora e dalla figlia, due rompiballe patentate. Una delle due sole note positive che ho riscontrato nel romanzo, però decisamente forzata come figura.
Camilla, la Lussuria: l'amante....insulso personaggio oserei dire, arrivista, si vende in cambio di un posto nella casa editrice dove Vittorio lavora, certo così si raggiunge prima lo scopo no? Perchè provare ad impegnarsi e a lavorare sodo? Rifugge dalle sue origini, si vergogna terribilmente della sua famiglia. Con me non ha scampo.
Lettori vi è chiara la situazione? Voi riuscireste a gestire queste sette indemoniate? Nemmeno con il coltello dalla parte del manico.
Inizialmente ho immaginato queste donne, pronte ad accogliere lui, il perno attorno al quale ruota tutto l'ingranaggio, e ho provato un certo nervosismo nel pensare quanto il sesso debole possa davvero dimostrarsi tale contendendosi un farabutto simile, che non ha nemmeno gli attributi per uscire di scena con dignità.
Ma come si suol dire i nodi vengono al pettine, e capitolo dopo capitolo, l'autrice mi ha mostrato il rovescio della medaglia, e le personalità di "Tutte le donne di" sono emerse come un'ecografia total body e non ho potuto che giustificare e condividere la fuga a gambe levate di Vittorio.
Ora è tutto chiaro...o forse no.
L'epilogo svela l'arcano, la verità, quella di uomo che custodisce un grande amore che è anche il suo più grande segreto, è la sua vera identità, quella inconfessabile, quella per cui ci si può anche vergognare.
Ecco, in questa parte finale Caterina Bonvicini, mi ha sorpresa e colpita. Tanta tenerezza per Vittorio e per tutte le persone come lui per le quali faccio il tifo nella mia quotidianità.
Purtroppo questo non è bastato per creare quell'empatia che noi lettori tanto bramiamo, come non è servita la situazione ironica, che di divertente ha ben poco, più che altro risulta improbabile;  lo stile non mi ha entusiasmata, l'ho trovato distaccato e poco coinvolgente, troppo schematico il modo di narrare, senza sentimenti,  io amo essere toccata nel profondo, cosa che la penna dell'autrice in quest'opera non ha saputo fare, non mi resta che tentare con altri suoi lavori.
E' tutto lettori, e ora ditemi conoscete l'opera? Vi rispecchiate nel mio pensiero?
Vi auguro buone letture serali, a presto 

23 commenti:

  1. Ciao Cuore, eccomi qui!
    Questo libro mi ha divertita per la spietata ironia. Non mi ha toccato il cuore, ma non sarebbe stato possibile vista la scelta stilistica compiuta dalla scrittrice. L'ho trovato originale e ho provato tanta pena anche per Camilla, mentre Lucrezia e Francesca mi hanno fatto morire dal ridere. Purtroppo conosco molte persone simili a quelle descritte e a volte io stessa mi ci riconosco (triste verità).
    un saluto da lea

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    1. Ciao Lea, forse proprio perché io non mi sono riconosciuta in nessuna di queste personalità non è scattata la scintilla...forse ho sbagliato momento, ma aspettavo da tanto di leggerlo...qualche risatina piccola piccola con Lucrezia ma niente di più, le altre le avrei prese tutte a calci. Del resto la voce fuori dal coro ci vuole sempre!

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  2. Io sono una di quelle che l'ha amato ma sa bene com'è essere la voce fuori del cuore ed è bello confrontarsi proprio per questo. Complimenti per l'idea di abbinare ciascuna donna ad un vizio capitale, non ci avevo pensato in questi termini ma è calzante. Ci accomuna la tenerezza finale verso Vittorio. Aspetto inoltre le tue impressioni sul libro che stai leggendo attualmente, io l'ho letto qualche tempo fa in un'edizione diversa e sono curiosa di sapere l'effetto che fa quella nuova. A presto!

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    1. Ciao Ceci, grazie mille, queste donne mi hanno fatto rizzare i peli delle braccia! Vittorio, l'avevo giudicato male, sono stata avventata, ma nel finale avrei tanto voluto dargli una pacca comprensiva sulla spalla.
      L'altra metà del mondo, venti paginette e sono alla fine, non perdere di vista il blog perchè c'è una sorpresa imminente!

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  3. Ciao Cuore, io di questa autrice ho letto "Correva l'anno del nostro amore", che avevo trovato molto carino proprio in virtù di una spietata ironia. Mi ero ripromessa di leggere anche altro, ci proverò e ti farò sapere!
    bella la recensione, originale l'idea dei vizi capitali e...la voce fuori dal coro ci vuole!

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    1. Grazie Tessa :-) sono contenta che il mio punto di vista anche se poco condiviso vi abbia almeno strappato un sorriso.
      Ricordo la tua recensione, e quello lo voglio proprio leggere, forse il risultato sarà diverso, speriamo!

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  4. Ciao Cuore, sai che invece avrei immaginato un giudizio diverso? A me è piaciuto da morire sopratutto lo stile, anzi gli stili che la Bonvicini ha saputo unire, e anche la storia, completamente diversa da quelle che sono abituata a leggere. Ma come ti hanno già scritto, una voce fuori dal coro ci sta! Serve proprio a confrontarsi. Buone letture !

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    1. Ciao Salvia, io solitamente sono una persona che sa stupire, e voilà! Bisogna conoscermi proprio bene per essere affini al mio pensiero.
      Darò senza dubbio un'altra possibilità a quest'autrice che continua ad incuriosirmi, nonostante l'inizio burrascoso. Buone letture anche a te.

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  5. Premesso che penso in ogni caso di leggere questo romanzo, è una pena quando un libro su cui hai delle certe aspettative finisce per deluderti. Parlo per esperienza personale. Esperienza, tra l'altro, recentissima, con "Io prima di te". Ti consiglio di rimediare o con la rilettura di un libro che hai particolarmente amato o buttarti su un autore/autrice di cui sai di poterti fidare.
    Io mi sto concedendo la rilettura di "Perdersi" ("Still Alice") di Lisa Genova.
    Ti abbraccio.

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    1. Rosa, io l'ho amato quel libro...ma tanto tanto...mi viene la pelle d'oca ancora adesso se ci penso...Grazie per il consiglio, ma sai che io non rileggo mai? Forse dovrei provare, ammiro chi lo fa, perchè vuol dire che prende la lettura per quello che è, passione e amore mai dettati dal tempo che scorre, senza gareggiare come spesso si tende a fare tra lettori accaniti. Sono molto curiosa di sapere che ne pensi di questo romanzo :-)

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  6. Mi spiace non ti é piaciuto. Eppure dalla trama sembra interessante! Sono invece curiosa di sapere se ti piacerà o meno il romanzo che hai in lettura. L'anno scorso ho letto La misura della felicità, e sono curiosa di sapere se anche questo merita ;)

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    1. Ciao Gresi, no non mi è piaciuto, pazienza si va avanti! Gabrielle Zevin è stata estremamente originale in questo libro. Ti piacerebbe leggerlo? Occhio al blog, ci sarà presto una sorpresina per voi!

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  7. Sto leggendo tante recensioni di questo libro, molto varie. La tua mi è piaciuta molto, anche se il libro non mi attrae perché questa scena di sette donne, tutte ad aspettare questa figura maschile... non so, mi dà un po' ansia. E anche rabbia.

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    1. Ciao Eva, grazie, mi fa molto piacere il tuo apprezzamento, e se non ti ispira, non lasciarti condizionare, non leggerlo!

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  8. Ops... Sai che ho conosciuto la Bonvicini partendo da un altro romanzo e l'intento era proprio quello di arrivare a questo. Apprezzo molto la tua recensione perché come sempre inquadra alla perfezione il tuo punto di vista da lettrice. Ovviamente lo leggerò e saprò darti anche il mio parere! Buone letture :)

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    1. Ciao Anna, cerco sempre di far emergere il mio punto di vista, contenta che sia apprezzato anche se non condiviso, ma il bello sta anche nel conoscere pareri differenti no?
      Si la tua bella recensione mi aveva colpita, e resto ferma nella mia convinzione che Correva l'anno del nostro amore potrebbe piacermi, quindi lo leggerò, questa autrice ha qualcosa che mi intriga parecchio. Allora aspetto la tua recensione :-)

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  9. Ciao Cuore! Devo ammettere che questo romanzo non mi attira, non so,a pelle non mi ispira e la tua recensione non fa che confermare la mia idea! Passo volentieri mi fido del tuo parere! Ho apprezzato molto, invece, la tua capacitá di sintesi, diretta e concreta! Queste sono le recensioni che preferisco!

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  10. Ciao Cuore! Devo ammettere che questo romanzo non mi attira, non so,a pelle non mi ispira e la tua recensione non fa che confermare la mia idea! Passo volentieri mi fido del tuo parere! Ho apprezzato molto, invece, la tua capacitá di sintesi, diretta e concreta! Queste sono le recensioni che preferisco!

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  11. Anch'io, a pelle, non mi sono sentita attratta da questo libro. Leggendo la tua recensione mi viene da pensare che l'idea di fondo poteva essere vincente, eppure a quanto pare manca quel "quid" in più, quell'ingrediente che permette al lettore di sentirsi parte della storia, che crea empatia ed intimità. Come ti ho detto in privato, credo proprio che mi fermerò alla tu opinione :) Un abbraccio <3

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    1. Ciao tesoro mio ♥
      Questo libro non è adatto ad anime delicate che amano la profondità e che non si soffermano alla superficie...fai bene a passare ;-)

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  12. Ciao Cuore! Ho appena terminato la lettura di questo libro e devo dire che mi unisco con gioia al coro di coloro che lo hanno apprezzato. L'ho trovato molto acuto e divertente, gustoso. Ho parteggiato fin dall'inizio per il povero Vittorio, che secondo me ha retto anche troppo in mezzo a quel covo di pazze scatenate! Alla fine avrei voluto essere al suo fianco per dargli uno spintone ed allontanarlo dal citofono.
    Il bello dei libri è proprio questo: creare cori e controcori!
    Baci, Stefi

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    1. Ciao Stè! So già che mi farai ridere con la tua recensione, quindi la aspetto con ansia :-)
      Vittorio...quanta tenerezza nel finale...uno spintone a lui e tanti calci nel sedere a loro!
      Hai ragione i cori e i controcori sono una delle cose più belle dell'essere lettore :-)

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