venerdì 18 novembre 2016

Le mie recensioni #72 Faber di Tristan Garcia *NNEditore*

Faber - Tristan Garcia
NNE - 22 settembre 2016
P. 400 - 19 €
Faber è bellissimo, straordinario. Rifiuta i limiti, promette una vita diversa e al liceo è stato lo spirito guida di una rivolta contro ogni ipocrisia e conformismo. Anni dopo, Madeleine e Basile, i suoi amici e seguaci più fedeli, ricevono una lettera che contiene una richiesta d’aiuto in codice. E decidono di sacrificare le loro vite ormai autonome per riportare a Mornay l’amico di un tempo. Il loro legame si rinsalda ma tornano a galla vecchi rancori e vecchie storie, anche quelle più segrete e tragiche, che li costringevano in un’alleanza soffocante. Faber si è ormai trasformato in una sorta di oscura leggenda: mostro manipolatore oppure antica divinità abbattuta dalla ferocia dei nuovi dèi. E i suoi amici si ritrovano in bilico tra fascinazione e paura.
"Mornay è una città bella, ma malata: la goccia scava la pietra. A dire il vero, la città è come un giorno di pioggia, specialmente quando fa bel tempo. Questo posto non è altro che una domenica umida di primavera, verso l'età di dieci anni. Dopodiché non vale niente. Incontinente e borghese".

Mornay, anonima e fittizia provincia francese, avvolge con i suoi confini che sulla mappa disegnano una lacrima, il fiume Hombre che la percorre a sud bagnando le distese di campi, svogliata e assopita.
Mornay ci sorprende accompagnati da una vecchia conoscenza, evocata da una richiesta d'aiuto, una lettera in codice che senza parole chiude un cerchio a sei mani riportando in città colui che ha scritto un pezzetto di storia segnando diversi destini.
Mehdi Faber, l'orfanello magrebino tutto ricci e bellezza ha solo otto anni quando approda a Mornay che lo adotta come una madre bisognosa di una scossa, scoprendo in lui una carica elettrica rivoluzionaria.
Faber è un accentratore contraddittorio, un leader positivo e negativo, innalza e distrugge barriere, concede e toglie certezze e paure, emerge per la sua intelligenza e astuzia: un paladino della giustizia per l'indifeso e oppresso Basile, irresistibile agli occhi della discorde Madeleine.
Il legame che si instaura fra i tre è intenso, una profonda amicizia che li porta a condividere momenti e pensieri intimi, li accompagna nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza, un passaggio in cui Faber è indispensabile quanto devastante per Baz e Maddie: solo lui ha il potere di trasformare gli schiaffi ricevuti dalla vita in carezze, invertendo nuovamente il processo senza ritegno, riproponendo al lettore l'immagine nitida del passato, quella di due personalità deboli, spoglie della sua protezione.
Gli anni novanta sono la cornice perfetta di una narrazione a tre voci che si alternano denudandosi e facendo innamorare il lettore nel cortile della scuola tra bulli e adulti sconsiderati, in una soffitta affumicata tra libri, musica e confidenze, in un rifugio dove mettere a punto piani d'azione, dove cercare uno scopo, nelle rispettive case, descrivendo minuziosamente la realtà della famiglia, permeando le pagine di tutti quegli elementi che incidono sulla personalità dei protagonisti.
L'autore punta l'attenzione sugli anni fulgenti dell'adolescenza che illude e sforna sogni in quantità, che scivola via carica di accenni letterari per me irriconoscibili, e musicali, alcuni decisamente apprezzati, in un periodo di fermento politico, di occupazione studentesca e di settimane di sciopero a favore della riforma delle pensioni e della sanità, ridisegna l'esistenza dei personaggi e le conseguenze che quel periodo ha riversato sul presente, proponendone al lettore una versione tristemente amara e definitiva.
Faber è un romanzo pregno di emozioni e tematiche importanti che merita una rilettura per assaporarne a pieno l'essenza, esaltata da una prosa lieve e delicata che mantiene invariato il peso della storia, come un recipiente vuoto che instillato si colma del senso in essa contenuto.
Sono una lettrice che adora le personalità forti, sicure di sé, nei libri come nella vita, quelle che si mettono in gioco anche se rappresentano una minoranza, servendosi della parola e dell'azione, stimo chi si batte per difendere gli oppressi, questi gli ideali che ogni giorno inculco a chi mi vive accanto.
Subiamo decisioni che favoriscono i potenti, il sapore acre e l'infinito senso di impotenza che scaturisce dalla prevaricazione lo conosciamo bene, quindi ho amato Estelle incondizionatamente quanto il protagonista, colei che ho focalizzato come l'alter ego femminile di Faber: legati da sfumature che tra passato e presente coincidono, influenzano tutto elevandosi quasi non fossero umani, affrontando gli eventi con superiorità, quasi fossero irraggiungibili.
Le sfumature filosofiche sono inevitabili e godibili, meno nelle mie corde la scelta dell'autore di sfociare nell'arcaicità, una sorta di perfezione estetica e interiore.
La mia avversione deriva dalla difficoltà di accettare ciò che si discosta dalla realtà, tuttavia quest'ultimo punto chiave ha inciso sulla mia opinione blandamente, non ha danneggiato la veridicità del personaggio contrastando la mia sensazione di irrealtà imponendo una visione di lui misteriosa e seducente.
Ho avuto bisogno di riflettere prima di mettere nero su bianco le mie impressioni e dopo aver riletto alcuni passaggi posso affermare che Faber è un romanzo eterogeneo, ma porta con sé il fascino di una storia concreta, resa viva da personaggi introspettivi che difficilmente verranno dimenticati.

Un romanzo di formazione introspettivo
dalle sfumature filosofiche
che richiede una lettura curata e attenta.




6 commenti:

  1. Mi ispira tantissimo! Tra l'altro NN editore propone sempre titoli strainteressanti :)

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  2. Sono ancora indecisa, chissà. Non è questo il momento per letture del genere ma potrebbe essere interessante, al momento giusto. :)

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  3. Aspettavo la tua recensione, Cuore! E sono contenta che Faber ti abbia colpito come è successo a me! Hai proprio ragione, è un romanzo che merita una rilettura, perché sono tanti gli spunti di riflessione e i dubbi che suscita. E hai ragione anche io considero Estelle una sorta di contrappunto femminile all'io di Faber... bella recensione!

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  4. Ciao Cuore, ti faccio i miei complimenti perchè stai affrontando delle letture veramente "diverse" ed impegnate. Philip Roth mi spaventa da sempre e a questo Faber ci devo pensare perchè anch'io ho un'avversione innata per tutto quello che non è realistico.
    Ti aspetto alla prossima recensione.
    un saluto da Lea

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  5. Non potevo proprio non passare per una sbirciata alla recensione di un libro che, da quel po' che sono riuscita a intuire adocchiando citazioni e riflessioni sparse su FB, credo ti abbia presa a un livello molto profondo. Ma è vero che il bello di questo blog sta nel taglio "diverso" (come dice giustamente Lea) delle letture che affronti. Mi dispiace ammettere che io purtroppo è da un po' che rifuggo i libri più impegnati, magari neanche per scelta deliberata, ma semplicemente perché dopo un esame ho bisogno di sgomberare la mente da tutto.
    Però tu sei bravissima Francesca a farmi da pungolo, continua così, non smettere!

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