martedì 14 febbraio 2017

Recensione #79 "Un anno per un giorno" di Massimo Bisotti *Mondadori*

Un anno per un giorno - Massimo Bisotti
Mondadori - Anno 2016
P. 240 - € 16 - Scheda del libro
A chi non è mai capitato di soffermarsi a riflettere sul proprio presente e desiderare di avere a disposizione un tasto rewind per riavvolgere il nastro della vita fino a quella particolare situazione che gli è sfumata sotto gli occhi senza lasciarsi afferrare, per avere una seconda possibilità, che forse avrebbe cambiato il corso delle cose?

"Mi piacerebbe incontrare il tempo 
e farmi regalare tutte le occasioni dell'amore, 
quelle sprecate senza pensare. Avrei a disposizione un'altra vita."

Ho fortemente invidiato il protagonista di questo romanzo perché a lui viene concessa la possibilità di viaggiare nel tempo, di scegliere un preciso momento del suo passato e tornarci per mutare gli eventi, in cambio di un anno di vita: Un anno per un giorno.
Alex Gioia è una star di successo, può avere tutto, o quasi, cioè ha tutto, tranne ciò che realmente desidera: Greta
Alex, inguaribile romantico e Greta, eterna disfattista, si amano di un amore fatto di incontri fugaci, di sguardi, di mani nelle mani, di pelle appena sfiorata, sorrisi malinconici e sogni irrealizzabili.
Napoli fa da sfondo alle lunghe passeggiate sul lungomare che sanno di un futuro che non può esistere, non è concepibile per i genitori di Greta, un destino il suo, al quale lei non è in grado di opporsi.
Alex è alla ricerca di qualcosa che si possa difendere dalla contaminazione della vita, qualcosa che il tempo non possa scalfire, che resti immutato, in grado di fluire senza essere influenzato dalla società sporca di oggi: tutto scorre, tranne noi.
Ma l'amore di Alex per Greta è un sentimento contro cui tutto si accanisce, il tempo scorre trascinandosi dietro il loro legame che resta palpabile e raggiungibile solo nella sua mente.
Nel momento in cui le speranze perdono concretezza, Alex svuotato dal rimpianto e dall'assenza di ispirazione, decide di prendersi una pausa dalla vita e partire per Parigi.
Sarà proprio la città dell'amore che concederà al protagonista la rivincita nei confronti del momento che non è mai stato quello giusto, incrociando la sua strada con quella del saggio concierge Etienne, della bella Charlotte, ex top model rimasta paralizzata in seguito ad un incidente e a quella di Nirvana, una donna curiosa che soffia bolle di sapone alla fermata del tram.
Ho condiviso la lettura di Un anno per un giorno con un caro amico, è stato divertente commentare pensieri e idee, scoprire di avere un'affinità nei confronti della vita, ma il mio ruolo qui è anche quello di analizzare il libro, nel limite delle mie possibilità, tralasciando le emozioni, (che sono state davvero tantissime!), puntando l'attenzione sulla struttura del testo, che a mio parere presenta diversi difetti.
Le pagine sature di messaggi intensi e carichi di veridicità che l'autore ha utilizzato per spiegare il rimpianto, il destino avverso, la cattiveria che abita il cuore della gente, l'invidia, le critiche gratuite, la speranza di un mondo migliore e la purezza che un sentimento come l'amore può donare, scritte con poeticità permeata di malinconia, avvolgono in una spirale di trepidazione e commozione. 
Quindi, cosa c'è che non quadra? C'è che la trama è solo parzialmente accennata, banale e si scontra con le tematiche scelte dall'autore.
Non c'è empatia, le personalità comprimarie sono scarsamente sviluppate e a tutte è stato affidato il compito di regalare perle di saggezza al lettore al pari del protagonista, come fossero la sua ombra, la proiezione di una personalità multipla, l'eco di una singola voce che domanda e risponde, il tutto amplificato da dialoghi sterili.
Così impostato il libro risulta un groviglio di pensieri privo di quell'ingrediente necessario per legare la storia al tema: la logica.
Spezzo una lancia in favore dell'autore: sullo sfondo ho riscoperto la Napoli che ho assaporato, che mi ha accolta con la sua luce e il suo calore, che mi manca e che desidero riavere, il brusio di mille voci, il profumo di mare, Castel dell'Ovo, Positano, la Campania e i miei amici; e ancora Parigi, una meta obbligata, Oscar Wilde e Il ritratto di Dorian Gray che prima o poi leggerò, Victor Hugo con la sua Notre-Dame de Paris: peccato che tutta questa meraviglia si perda tra pensieri metaforici elevanti all'ennesima potenza.
In conclusione questo libro dovrebbe essere classificato non come romanzo, ma come raccolta di citazioni bellissime e vere da custodire e rileggere in quelle giornate in cui troviamo riparo e comprensione solo nel frusciare della carta e nella parola scritta.



6 commenti:

  1. è un peccato che tu abbia trovato questi difetti nella lettura, inizialmente sembrava tutto così perfetto. non conoscevo il libro tantomeno l'autore. dovrò cercare notizie su di lui mi incuriosisce.

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  2. Ciao Cuore! Purtroppo io non amo i romanzi che mancano di un filo conduttore, quindi passerò sicuramente oltre.
    Un bacio, Stefi

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  3. Questo libro mi ispirava tantissimo, ma la mancanza di un filo conduttore mi preoccupa un po' ><

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  4. Mmmh... Filo conduttore assente, storia abbozzata ma lasciata lì senza essere sviluppata? Non fa proprio al caso mio :)
    Per questa volta passo. Ciao Cuore!

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  5. Ciao Cuore, dalla sinossi pareva interessante, ma i punti deboli che hai rilevato mi portano a scegliere altro.
    Un caro saluto da Lea

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  6. Di Bisotti ho letto solo Il quadro mai dipinto e mi era piaciuto però ero anche più piccola quindi ora non saprei. E' vero, lui tende a fare una raccolta di citazioni più che un romanzo

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